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Una Borsa a due facce. I titoli che battono la crisi

di Vittorio Carlini

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17 ottobre 2008

In gergo, in Borsa, li chiamano titoli "salmone". Società capaci, nei periodi di difficoltà dei mercati, di andare contro corrente. Di solito, nelle "normali" fasi di Orso se ne trovano, basta saper pescare. Ma l'attuale crisi del mondo finanziario è eccezionale: la strage dei "salmoni" è in atto.

L'Opa aiuta
«In questo momento - spiega al Sole 24 Ore John Dorfman, tra i massimi analisti indipendenti negli Usa - l'altissima volatilità ha di fatto interrotto il collegamento tra i prezzi e i fondamentali delle aziende. Il panic-selling, le ricoperture degli hedge-fund, il mercato troppo sottile» non permettono di individuare un valore cui gli investitori possano entrare e, di conseguenza, spingere il "salmone". Nessun punto di riferimento, quindi? In realtà, un piano d'appoggio lo forniscono le operazioni straordinarie. Analizzando i titoli che, da inizio anno e dal 12 settembre (giorno prima del fallimento di Lehman Brothers), sono in territorio positivo (o hanno un calo non superiore all'1% sull'ultimo mese) ci si accorge che molti sono stati oggetto di operazioni straordinarie.
È il caso di British Energy. Il gruppo inglese da inizio anno ha guadagnato il 32,24% e anche negli ultimi giorni di tempesta ha tenuto "botta" (-0,68%). Carattere difensivo da utility? Certo, l'elemento avrà aiutato. Ma, se si guarda all'andamento in Borsa, molto è da ricondursi all'operazione straordinaria di Edf che ha acquisito, per circa 15,7 miliardi di euro, il 26,53% del gruppo. Uno shopping effettuato ad un prezzo di 774 pence per azione. Così, prima dell'inizio della crisi più profonda il titolo è stato sostenuto dalla speculazione. Poi, dopo il crollo totale delle Borse nell'ultimo mese, le azioni hanno tentato di "aggrapparsi" al valore indicato dai francesi. È vero: un'Opa definisce sempre un prezzo che diventa di riferimento. «Ma nell'attuale crisi - ricorda Patrizio Pazzaglia, responsabile finanza di Banca Insinger de Beuafort -, con il Vix che ieri ha toccato il nuovo record oltre i 74 punti, la sua importanza aumenta, e di molto». Non è un caso quindi che tra i "salmoni" in Europa troviamo, per esempio, Enodis: il gruppo britannico, specializzato in catering, da inizio anno ha guadagnato oltre il 101% (+0,54% dal 12 settembre). Motivo? È stata oggetto di una serie di offerte e contro-offerte tra l'americana Manitowoc e Fni Limited: alla fine la proposta finale degli americani è stata 328 pence per azione. Ora Enodis viaggia attorno ai 323 pence. «Certo è però - dice Sergio Pigoli, presidente di Pigoli consulenza - che, proprio in questa fase di difficoltà del credito, bisogna fare molta attenzione ad usare simili valori di riferimento. Le operazioni possono saltare facilmente».

Titoli anti-gravità
Ma non è solo questione d'Opa. Il top performer, sia da inizio anno (150,4%) sia sulle quotazioni dell'ultimo mese (+83,66%), è la Volkswagen. In questo caso la conquista del controllo, de facto, del gruppo da parte di Porsche (che ha il 35% e punta a salire al 50%) ha fatto schizzare il titolo. Tale argomentazione, però, poteva valere fino ad alcuni "prezzi fa". Alle quotazioni correnti (il p/e stimato sul 2008 è di 32,76) conta più la crisi dei molti hedge fund esposti al ribasso sul titolo. Da un lato, i riscatti li hanno obbligati all'acquisto; dall'altro, il fallimento di Lehman Brothers (tra gli intermediari più attivi nel prestito titoli per lo short-selling sul gruppo), ha costretto gli hedge a ricoprirsi, acquistando titoli. Giocoforza, Volgswagen è balzata verso l'alto sfidando qualsiasi legge di gravità (e della finanza).

Il caso Italia
A Piazza Affari, oltre l'effetto operazioni straordinarie, i "salmoni" sono rappresentati da storie individuali, «soprattutto di piccole e medie capitalizzazioni, con scarso flottante» spiega Pigoli. Basta guardare al caso della Lazio: da inizio anno ha guadagnato il 42,11% mentre, nel periodo più nero della crisi, ha fatto segnare un saldo positivo del 15,7%. «Un dato che non deve stupire - dice Pazzaglia -. Con flottante limitato, le società di calcio vengono acquistate d'impulso, sulla scia dei risultati. La Lazio è stata prima in classifica e lo shopping è partito». L'ultras, insomma, non si preoccupa troppo del credit crunch. Di più. «Al di là del caso sportivo - dice Pazzaglia - le small cap, meno appetibili delle blue chip, a fronte di una carenza di proposte d'acquisto, rimangono "incastrate" nei portafogli dei fondi». E, quindi, crollano meno. Va iscritta, invece, alla voce "operazioni straordinarie" l'exploit di Popolare di Intra (+27,8% da inizio anno; + 0,9% dal 12 settembre): la banca è stata spinta dall'Opa lanciata dal Veneto Banca.

Gli Stati Uniti
E al Nyse? Sembrerà strano ma i titoli "salmone", solo nell'ultimo mese, sono quasi tutti finanziari. «Siamo ancora in una fase di forte speculazione - afferma Dorfman -. Parlare di trend è assurdo. Domina l'isteria. Al di fuori delle banche ci sono società, come per esempio Microsoft che, seppure ben gestite, cadono. Ciononostante, usare termini quali sottovalutato, per le azioni, non ha senso: il bottom non è stato raggiunto. Se ne riparla solo dopo le elezioni presidenziali».

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